Il Deserto del Namib è un’infinita distesa sabbiosa che corre dall’Oceano Atlantico — dove le dune sembrano sfiorare le onde — fino al cuore del Naukluft Park, dove il fiume Tsauchab svanisce in un mare di argilla bianca ai piedi di alcune tra le dune più alte del mondo. È uno dei luoghi più solitari e spettacolari della Namibia: un mondo vasto, apparentemente vuoto, che però riempie l’anima.
Le dune si estendono a perdita d’occhio, dipinte di sfumature che vanno dall’albicocca al rosso, dall’arancio al viola. Sono vive: il vento le modella, le spinge, le trasforma. Sul loro pendio di scorrimento la sabbia scivola giù dalla cresta, accumulando detriti e piccole tracce di vita: è qui che, incredibilmente, sopravvive gran parte della fauna del deserto. Anche nella stagione più secca non è raro incontrare orici, antilopi saltanti e struzzi che si nutrono della vegetazione sparsa.
Sossusvlei è il cuore pulsante del Namib, un luogo magico in cui all’alba e al tramonto i colori esplodono e cambiano ogni istante. Qui si innalzano la Duna 45, icona del deserto, e la maestosa Big Daddy, tra le più alte della Terra: un sogno per ogni fotografo.
Poco distante si apre la surreale Deadvlei, un antico lago ormai prosciugato, trasformato in una distesa d’argilla costellata di acacie nere e scheletriche, immobili da secoli come sculture. Persino qui, in uno dei luoghi più inospitali del pianeta, compaiono orici e struzzi durante le ore più fresche.
A completare questo scenario unico c’è il Sesriem Canyon, una stretta gola scavata dal fiume Tsauchab. Le pareti alte quasi trenta metri trattengono l’umidità e proiettano ombre fresche, offrendo rifugio a piante, uccelli e piccoli animali. Un’oasi nascosta nel cuore del deserto.