Khajuraho - Un giorno, nel 1838, Mr. Burt, un ingegnere inglese, si lasciò convincere dalla guida indiana ad allontanarsi di diverse miglia dalla strada battuta per avventurarsi nella giungla e scoprì una serie di templi avvolti dalla vegetazione, che di selvaggio non avevano nulla. Immaginate l’emozione e la meraviglia di Burt nel trovarsi davanti agli occhi sculture secolari: ebbene oggi la stessa sensazione mozzafiato, la può provare chiunque decida di visitare Khajuraho, centro del Madhya Pradesh famoso per i suoi templi (950-1150 d.C), e Patrimonio dell’Unesco dal 1986. Alcuni di essi sono dedicati a divinità giainiste, ma la maggior parte è dedicato a divinità dell'Induismo come Vishnu, Shiva ed alcune delle forme femminili della Dea Madre. Il più memorabile è il Tempio Kandariya Mahadev, che rappresenta l'apice dell'arte e dell'architettura dei templi del nord dell'India. Per tradizione i templi venivano costruiti con un corpus centrale dominante e quattro santuari minori ai quattro angoli di un' alta piattaforma che li ospita. A incantare immediatamente è l'architettura: numerosi templi sull’alto di elevate piattaforme, con tetti come castelli di sabbia che si allungano verso il cielo. Si dice che i templi, costruiti dai regnanti Chandella, siano figli della luna, nati nel sogno del re Chandravarma, ma con il sole , tra il verde e i fiori, sprigionano tutto il loro fascino. Avvicinandosi si è catturati dalla ricchezza delle sculture. Oltre a numerosi dei e dee, esseri semidivini e creature fantastiche, davanti ai vostri occhi si dipana un elogio alla vita: musicisti, danzatrici, guerrieri, animali, scultori, artigiani e via dicendo. In tutto questa cacofonia di attività ci sono anche quelle carnali, di coppia o di gruppo che hanno determinato la nomea di "templi erotici", anche se in realtà costituiscono solo una minima parte del patrimonio figurativo in essi presente.